mercoledì 5 marzo 2008

Case deboli e case forti (1)


Per affrontare il tema delle debolezze posizionali, si può analizzare la partita Flores vs. Najdorf del 1939. Dopo un'apertura caratterizzata dalle mosse 1.d4 Cf6 2.c4 g6 3.Cc3 Ag7 4.Cf3 00 5.e4 d6 6.Ae2 Cbd7 7.00 e5 8.d5, e dunque inscrivibile all'interno di una Est Indiana, si è giunti alla posizione mostrata dal diagramma:


Il blocco del centro costituisce qui una decisione responsabile, poiché delinea una ben definita struttura di pedoni: questo ci permette di individuare immediatamente le case deboli e forti che sono venute a formarsi nei due campi.
Nel campo bianco si possono rilevare due debolezze: le case d3, d4 ed f4, queste due ultime fissate dalla presenza del pedone e5. La casa f4 risulta debole per motivi strategici, poiché la sua difesa con g2-g3 indebolirebbe sensibilmente le case f3 ed h3 e di conseguenza l’arrocco. Le case d3 e d4 sono tenute sotto controllo e risultano inaccessibili all’occupazione dei pezzi neri; esse pertanto sono debolezze trascurabili. La casa f4 rappresenta invece un obiettivo più concreto, poiché, seguendo il piano strategico che si basa sulla manovra …Ch5, …f5, …fxe4, …Cf4, il Nero è in grado di occupare questa casa e di imbastire una forte pressione contro l’arrocco del bianco.

Nel campo nero sono deboli soltanto le case f6 ed h6, tenute sotto controllo dall’Ag7 e non fissate da alcun pedone bianco; esse sono sicuramente debolezze di rilevanza minima. Il Nero dispone inoltre della casa forte c5, facilmente fissabile con …a5 ed ottima postazione per il Cd7. Quando il Nero effettuerà la spinta …f5, prevista nel piano sopra descritto, la casa e6 verrà ad indebolirsi; tuttavia la presenza dell’Ag8 ne garantisce un ragionevole controllo.

Da questa analisi si deduce che la posizione del Nero appare più raccolta e più ricca di obiettivi immediati: analoghe riflessioni indussero Alekhine, nel commentare questa partita, a contrassegnare con un punto interrogativo l’8° tratto del Bianco. La teoria moderna ha poi dimostrato che la mossa del Bianco è invece giocabile; tuttavia bisogna notare che, sotto il profilo strategico delle case debole e forti, essa conferisce dei chiari vantaggi alla posizione nera.

5 commenti:

Fede ha detto...

già che di solito sono un tipo pigro soprattutto sentimentalmente perché in fondo ritengo che la persona giusta mi riconosca subito da lontano e non mi lasci andare mentre come al solito sfuggo le mie responsabilità di uomo adulto una volta in una poesia l’ho anche scritto mentre fuggi come sempre l’amore / chino sui suoi nuovi simboli ti ricordo te l’ho fatta anche leggere e ti è piaciuta figurarsi se mi metto a tenere in vita attraverso il massaggio cardiaco una storia in cui nessuno dei due crede e che andrà avanti per inerzia finché non mi manderai a fare in culo perché ti metterò nelle condizioni di farmi mandare a fare in culo una volta la mia ragazza mi disse che ero la persona più brava del mondo a farmi mandare a fare in culo se poi vogliamo sentirci ogni tanto come vecchi compari tipo buongiorno vecchio come va benone e tu io bene allora possiamo anche farlo ma non credo che sia una soluzione poi tu mi dici che mi faccio le pippe mentali ed è vero solo che in questo campo me la voglio vivere al massimo se no è meglio stare in stand by e vedersi stand by me e pensare che prima o poi starò bene e non ho capito ancora tu che cazzo vuoi perché se almeno uno dei due avesse chiaro non solo cosa vuole da noi due ma cosa vuole da se stesso perché lo so che anche tu vorresti che facessi tutto io che ti dicessi che prima o poi andrà bene che ti tenessi stretta stretta e che decidessi io per te ma se entrambi si vuole le stesse cose non ci si incontra mai e poi mi pare che sono stato sempre io a tirarti la scotta e chiederti di aspettare tempi migliori mentre tu ti innamoravi di studenti delle biblioteche di storia tedeschi norvegesi aeronautici ma i tempi migliori non sono venuti e vengono i tempi di pioggia e pioverà forte tu mi dici di non ferirti e lo sai che ti voglio un sacco di bene ma sono anche un sacco incazzato con un bel po’ di vita tu ti ergi come monumento della mia inettitudine certe volte non reggo la tua vista anche se ti voglio bene ma questo l’ho già detto se vuoi lo ripeto ti voglio bene ti voglio bene ti voglio bene ma non credo che questo mi impedirà di ferirci

noja ha detto...

direi che è perfetto.

noja ha detto...

Uscivo, e mi pareva che tutti in terra non facessero che baciarsi: le barche, legate vicine lungo l'orlo della spiaggia, si baciavano! il movimento del mare era un bacio, che correva verso l'isola; le pecore brucando baciavano il terreno; l'aria in mezzo alle foglie e all'erba era un lamento di baci. Perfino le nubi, in cielo, si baciavano! Fra la gente, là per le strade, non c'era persona che non conoscesse questo sapore: le donnette, i pescatori, gli straccioni, i ragazzi. Solo io non lo conoscevo; e mi venne una tale nostalgia di provarlo, che notte e giorno non pensavo quasi ad altro. Mi mettevo a baciare, per prova, magari la mia barca; o un'arancia che mangiavo, o il materasso su cui stavo disteso. Baciavo il tronco degli alberi, l'acqua che affiorava dal mare; baciavo i gatti che incontravo per la strada! E mi accorgevo di saper dare, senza che nessuno me lo avesse insegnato, baci dolcissimi, veramente belli. Ma al sentire contro le mie labbra nient'altro che una fredda polpa vegetale, o una corteccia rugosa, o un'amarezza salina; o al vedermi accanto il muso camitico d'una bestia, che fusava e poi d'un tratto se ne andava, piena di stravaganze, senza sapermi dire nulla; sempre più mi amareggiava il paragone con quella bocca santa, ridente, che, oltre a baciare, sapeva dire le più gentili parole umane!
Mi dicevo: anch'io un giorno o l'altro, bacerò qualche persona umana. Ma chi sarà? quando? sceglierò, la prima volta? E mi mettevo a pensare a diverse donne nell'isola, o a mio padre, o a qualche ideale, futuro amico mio. Ma simili baci, al figurarmeli, mi parevano tutti insipidi, senza valore.

Elsa Morante, L'isola di Arturo.

Fede ha detto...

il movimento del mare era un bacio, che correva verso l'isola

noja ha detto...

Sapevo che in questo mondo quando due cose si avvicinano e si toccano, il risultato è un bacio, che l'orizzonte infinitamente delicato tocca la terra baciandola, che non c'è suono o poesia se non quando due cose s'incontrano e si abbracciano.

Emanuel Carnevali, Il primo Dio.