mercoledì 19 marzo 2008

Una strategia logorante


I giocatori veramente forti hanno uno speciale talento nel creare posizioni estenuanti per l’avversario, che lo svuotino lentamente della sua aggressività tattica e della sua creatività. Uno dei maggiori esponenti di questa sorta di battaglia psicologica è stato Bobby Fischer. Nell’esempio seguente lo vediamo complicare il gioco volutamente, cambiando la struttura posizionale di continuo per conformarla agli equilibri che intende raggiungere.


Il Bianco ha il controllo del centro e spera di soffocare i pezzi dell’avversario grazie all’avanzamento dei pedoni centrali. Invece di lasciare l’iniziativa al Bianco, Fischer crea una posizione più confacente ai suoi gusti. 1.Axf3! lasciando all’avversario la coppia di Alfieri. Sembra che la posizione sia aperta e che la minaccia di d4-d5 costringerà i Cavalli ad arretrare. 2.Axf3 d5! Ecco che all’improvviso la posizione è chiusa e gli Alfieri sono circondati. 3.De3 evitando 3.Qxd5? Cexd4 quando anche il pedone bianco sulla colonna e cadrà. 3…Tc8! minacciando di guadagnare il pedone sulla colonna d con 4…Db6, poiché Cc2 porterebbe a …Cxe5 con un attacco di scoperta su c2. 4.Ag4 Dg6 5.Axe6 fxe6. 6.b3 g5! guadagnando ancora spazio sul lato di Re. 7.Dxg5? condurrebbe inesorabilmente a 7…Cxe5! 8.dxe5 Dxf2+. 7.Ab2 Tf5 8.Td2 Tcf8. La pressione sulla colonna f ha dato al Bianco nuovi motivi di preoccupazione. Alla fine il Nero ha vinto la partita.

2 commenti:

Fede ha detto...

O lasciate lasciate che io sia
una cosa di nessuno
per queste vecchie strade
in cui la sera affonda.

O lasciate lasciate ch'io mi perda
ombra nell'ombra,
gli occhi
due coppe alzate
verso l'ultima luce.

E non chiedetemi non chiedetemi
quello che voglio
e quello che sono,
se per me nella folla è il vuoto
e nel vuoto l'arcana folla
dei miei fantasmi;
e non cercate non cercate
quello ch'io cerco,
se l'estremo pallore del cielo
m'illumina la porta di una chiesa
e mi sospinge a entrare.

Non domandatemi se prego
e chi prego
e perché prego.
Poi ch'io sono una cosa
una cosa di nessuno
che va per le vecchie vie del suo mondo,
gli occhi
due coppe alzate
verso l'ultima luce.

Anonimo ha detto...

E il re cortese, il sinistro alfiere
la regina irriducibile, la rigida torre, l'accorto pedone
sopra questo spazio bianco e nero
si cercano e si scelgono
in una muta accanita battaglia.

Non sanno che la mano precisa di un giocatore
governa quel destino
non sanno che una legge ineluttabile
decide il loro prigioniero capriccio.
Ma anche il giocatore (Omar Khayyam lo ricorda)
e' prigioniero di un'altra scacchiera
di notti nere e di accecanti giorni.

Dio muove il giocatore
che muove il pezzo.
Ma quale dio, dietro Dio,
questa trama ordisce
di polvere e di tempo, di sogno e di agonia?

Gli scacchi - J. L. Borges