mercoledì 12 marzo 2008

Ritardare l'arrocco


Per quanto talvolta rischioso da un punto di vista tattico, il rinvio dell’arrocco a una fase più matura della partita è, a mio modo di vedere, un’astuzia tipica del giocatore posizionale, avendo a che vedere con gli equilibri dinamici di cui si parla in questo blog. Non arroccare in fase di apertura significa non fornire all’avversario l’elemento decisivo di scelta dell’ala di attacco e lasciarsi in pratica aperte due diverse strategie di gioco, da scegliere e seconda degli equilibri che si vengono a formare nel seguito. Chiaramente non è una scelta possibile sempre. Le posizioni aperte, in cui gli alfieri imperversano assieme alla donna dominando lunghe diagonali, sconsigliano il rinvio dell’arrocco, così come la possibilità di attacco doppio da parte del Cavallo avversario, o singoli motivi tattici. Tuttavia, in situazioni di centro bloccato come quella che si può osservare nel diagramma seguente, ritardare l’arrocco diventa possibile, o addirittura consigliabile.


Qui il Bianco non dispone dell’Alfiere campo chiaro, che è stato scambiato con un Cavallo, e la diagonale di preferenza dell’Alfiere campo scuro (a1-h8) è chiusa da una lunga catena di pedoni. La diagonale a2-g8 è attualmente dominata dall’Alfiere Nero, che possiede inoltre un notevole vantaggio di spazio. Sarebbe affrettato per il Nero arroccare ora, invece di sfruttare la possibilità scegliere tra un arrocco omogeneo ed uno eterogeneo, con tutte le conseguenze strategiche che questi portano. La scelta tra l’arrocco corto e l’arrocco lungo determinerà probabilmente non soltanto il lato di attacco dell’avversario, ma anche il proprio, consentendo di muovere con maggiore libertà i pedoni opposti al lato di arrocco. Talvolta l’arrocco in fase di mediogioco viene chiamato arrocco d’attacco, per distinguerlo da quello tradizionale in apertura, ma questa dicitura è in parte sbagliata, in quanto non può esistere l’attacco indipendentemente dalla difesa ed entrambi sono legati dagli stessi equilibri dinamici.

3 commenti:

Fede ha detto...

E lo spazio era un fuoco
dove ardevi per gioco coi tuoi abiti - il bianco
del tuo petto, ed il fianco
che nel vento odoroso
dei gerani, in riposo
replicava il tuo accento.

Era un debole vento
che portava lontano
il tuo nome - un umano
vento acceso sul fronte
d'un continuo orizzonte.

Anonimo ha detto...

Se si gioca una variante di apertura teorica l'arrocco è come qualsiasi altra mossa. Deve essere giocato proprio in quel momento, non prima nè dopo.
Ciao!

Fede ha detto...

Sì, sono d'accordo con te. L'importante però è che non ci mettiamo il prosciutto sugli occhi solo sulla base della teoria! ;-)
La teoria delle aperture è basata, come qualsiasi altra cosa degli scacchi, sugli equilibri posizionali. Molti dei più grandi Maestri hanno vinto partite uscendo quasi subito dal "seminato".
Comunque seguire la teoria delle aperture è un bene, perchè dimostra studio e tecnica. Spesso è il modo più comodo per non concedere vantaggi agli avversari in torneo, specie se questi sono molto preparati.
Ciao!